Massoneria Operativa e Speculativa

Massoneria Operativa E Speculativa

Inizialmente la Massoneria era un insieme di conoscenze rivolte alla costruzione di opere murarie, successivamente definita come “operativa”, a cui si contrappose quella “speculativa”, dedita alla speculazione filosofica e priva di qualsiasi forma di attività fisica. Prima del 1723, anno di stesura delle famose Anderson’s Constitutions, si faceva una precisa distinzione nelle corporazioni muratorie tra l’iniziale Massoneria operativa e la successiva Massoneria speculativa.

Se ai tempi del Cooke Manuscript (1410), con l’espressione speculativa si intendeva semplicemente la scienza pratica del Muratore, è senz’altro indubbio che, in seguito all’ingresso di numerosi Accettati Liberi Muratori, la definizione “speculativa” iniziò a designare l’arte o la scienza della edificazione morale e spirituale, e gli strumenti impiegati per compiere il lavoro muratorio assunsero un valore simbolico per consentire le operazioni di edificazione interiore.

All’interno del manoscritto rinvenuto da John Locke (1696), attribuito alla mano di Enrico VI di Inghilterra e conservato nella Biblioteca Bodleiana dell’Università di Oxford, la Massoneria viene descritta come la conoscenza della Natura e la comprensione delle forze che sono in essa. Lo stesso documento suggerisce l’esistenza di un legame tra la Massoneria e la Scuola Italica, poiché Pitagora imparò la Massoneria proveniente dall’Egitto e dalla Siria.

Del resto spesso i manoscritti più antichi offrono un singolare miscuglio di elementi biblici e di elementi pitagorici, dove accanto a personaggi come Tūḇal Qayin ed Hiram Abif, oppure riferimenti alla Torre di Babele e al Tempio di Salomone, troviamo citati anche i nomi di Pitagora ed Euclide. Infatti il manoscritto di Cooke definisce la Massoneria come la parte principale della Geometria, grazie ad Euclide che giunse a regolare quest’arte e le diede il nome di Massoneria.

Il manoscritto di Locke, concordando con i manoscritti massonici più antichi, consolida il legame esistente tra Massoneria e Geometria pitagorica, elemento indispensabile per essere ammessi alla Scuola Italica. Sebbene l’autenticità di questo manoscritto non sia del tutto confermata, comunque il documento merita considerazione perché James Anderson vi fa espressa menzione dei rapporti intercorsi tra Enrico VI e la Massoneria, probabilmente doveva esservene traccia negli antichi documenti massonici di cui si servì per la compilazione del suo testo.

Il Simbolismo massonico, oltre a contenere elementi pitagorici e biblici, include numerosi elementi di evidente derivazione cristiana, cabalistica, alchemica, ermetica, eleusina, etc. L’intero scibile umano è raccolto al suo interno, non esiste cultura che sia rimasta esclusa, ogni conoscenza filosofica è stata considerata ed armonizzata con il resto attraverso il Simbolismo, che adopera gli strumenti, i materiali e le azioni della edificazione materiale come simboli di quella spirituale.

Per approfondire consigliamo la lettura dei seguenti testi:

  • PRUNETI Luigi, Gli Iniziati – Il linguaggio segreto della Massoneria, Milano, 2014, Edizioni Oscar Mondadori.
  • REGHINI Arturo, Sull’origine del simbolismo muratorio – “Rassegna Massonica” giugno-luglio 1923 (ristampato in “Paganesimo, Pitagorismo, Massoneria”, Messina, 1986).